martedì 6 dicembre 2016

Il Protocollo antismog: Che fine ha fatto?

La Regione Piemonte ha proposto nel 2015 un protocollo operativo a cui sono stati invitati ad aderire i Sindaci delle Città con più di 15.000 abitanti che presentano situazioni di criticità per quanto riguarda l'inquinamento atmosferico. Il Protocollo Antismog è stato riattivato lo scorso 2 novembre e prevede delle misure straordinarie da adottare in caso di sforamenti del livello di polveri sottili.

Le misure non scattano automaticamente ma a discrezione dei Sindaci. Il provvedimento prevede 4 colori ovvero 4 livelli di allerta in base di microgrammi di polveri rilevati.

Nel sito dell'Arpa è possibile verificare il report giornaliero sul PM10 a supporto del protocollo operativo antismog.

Analizzando lo stato attuale del report ho verificato che dall'albo pretorio o dai siti internet dei Comuni interessati da criticità (ben venga se qualcuno mi potrà smentire), non risultano ordinanze che riguardano l'attivazione delle misure restrittive previste dal Protocollo:
Alcuni Comuni presentano infatti alla data odierna concentrazioni giornaliere di PM10, definita dannosa per la salute umana dalla OMS, pari a 50 µg/m3 , e il suo raggiungimento consecutivo per 7 (sette) giorni attiva il livello di cruscotto di colore giallo a cui conseguono almeno le azioni seguenti:
− Blocco circolazione urbana per veicoli diesel Euro III dalle 8.30 alle 18.30 o con orario in accordo con le limitazioni già in vigore
− Riduzione di 1 grado (o di 1 ora del funzionamento) del riscaldamento degli edifici pubblici
− Divieto di bruciare residui vegetali in campo
− Divieto di utilizzo caminetti aperti
− Divieto di spandimento libero in agricoltura dei liquami derivanti da deiezioni animali nel raggio di 20 Km dagli agglomerati sottoposti alle misure.

Ecco l'elenco dei Comuni della nostra zona interessati dalle criticità sopra evidenziate:

TORINO, BEINASCO, COLLEGNO, GRUGLIASCO, ORBASSANO, RIVOLI,  RIVALTA DI TORINO.

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